Maria Vittoria Pecchioli

con-tempo project #1

IntraPónte di Maria Vittoria Pecchioli
A cura di Simona Cresci

28-30 ottobre 2022
Il mio Studio
Via San Francesco di Sales 85 – Roma

All’interno della settima edizione di Rome Art Week, il 28 ottobre 2022 alle ore 18.00 inaugura, negli spazi de Il mio Studio, il progetto con-tempo con la prima mostra in programma, IntraPónte di Maria Vittoria Pecchioli, a cura di Simona Cresci. 

IntraPónte è un progetto fotografico di Maria Vittoria Pecchioli, curato da Simona Cresci: tredici polaroid ricostruiscono centimetro dopo centimetro il Ponte Cestio, a Roma, visto dal Ponte Garibaldi, accesso per il Rione Trastevere e attraversato ogni giorno da centinaia di migliaia di persone. Un luogo che segna il passaggio da un mondo reale ad uno immaginario, sospeso, dove il tempo sembra fermarsi in un labirinto spirituale che permette di perdersi e ritrovarsi. Ogni fotografia presenta in rosso una scritta che riporta alcune frasi di Alberto Sordi, nativo di Trastevere, e ad ogni polaroid l’artista appone una lettera che, affiancata alla successiva, compone “R.Tredicesimo”, Rione Tredicesimo, Trastevere. 

La mostra sarà visitabile da venerdì 28 ottobre a domenica 30 ottobre su prenotazione con i seguenti orari: venerdì dalle 18.00 alle 21.00, sabato e domenica dalle 12.00 alle 20.00.  Venerdì 28 ottobre dalle 18 alle 21 degustazione dei vini a cura di Casale del Giglio.

Maria Vittoria Pecchioli nasce a Spoleto nel 1994, si diploma in Fotografia presso l’Istituto d’Arte Leoncillo Leonardi di Spoleto e successivamente si trasferisce a Roma per studiare presso l’Accademia di Belle Arti RUFA (Rome University of Fine Arts) dove si laurea in Fotografia. Comincia a lavorare nel 2017 presso lo Studio Compagnucci Fotografi e inizia la sua ricerca concettuale e della propria visione artistica. Attualmente lavora presso lo Studio Compagnucci Fotografi, Untitled Group e con molteplici artisti come fotografa e post produttore. Nel 2022 ottiene il certificato di Art Manager. Tra i progetti: 2022 Mostra “Labirinti Intrastevere” con l’opera “IntraPónte” presso il Museo di Roma in Trastevere; 2017 Mostra “Matrice” con l’opera fotografica “ Parvenze” presso il Pastificio Cerere di Roma; 2017 Mostra “Il mio sguardo – Viaggio fotografico nell’Italia che emoziona” presso MICRO Arti Visive; 2016 Evento “Christmas Factory/Art&Market” presso il MACRO di Roma con un contributo video; 2016 Mostra collettiva “Ri-velazioni. Un dettaglio, innumerevoli storie”; 2016 Mostra “Crush – Manifesto Globale” di Fabio Ferrone Viola, Complesso del Vittoriano Roma.

Simona Cresci, curatrice, critica e giornalista d’arte. Nel 2010 fonda, insieme all’avvocato Federica Romano, l’Associazione Culturale SF Art Working trasformata nel marzo 2015 in società Studio Arte 15. Ha curato diverse mostre in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero collaborando con Musei, Fondazioni d’arte, gallerie private. Nel corso della sua attività professionale ha pubblicato numerosi testi critici in cataloghi di mostre e scrive recensioni su riviste specializzate del settore, tra le quali Flash Art, Arte e Critica e Il Giornale dell’Arte. È stata docente di “Arti visive contemporanee” all’Istituto Superiore di Fotografia di Roma e Responsabile delle Relazioni Esterne. E’ docente ai Master di Economia e Management dei Beni Culturali di 24 ore Business School e Treccani Accademia. Ha lavorato presso l’Archivio Alighiero Boetti collaborando alla redazione del primo volume del Catalogo Ragionato e al coordinamento delle sedute di perizia, maturando un’importante esperienza nell’autenticità dell’opera d’arte, che l’ha portata a iscriversi come CTU – Consulente tecnico d’ufficio competenza arte moderna, presso il Tribunale Ordinario di Roma. 

Testo critico di Simona Cresci

Si è appena inaugurata la mostra di Daniela Perego alla galleria Gallerati di Roma dal titolo “Il mio albero” dove con l’artista ho voluto raccontare la sua rinascita, la necessità di porsi al centro della sua vita, parlando di se stessa e del suo voler concedersi al mondo, di aprirsi all’atro. 

Questo collegamento per me è necessario, per il fatto che è strettamente correlato allo spirito di condivisione dell’artista che in questo suo nuovo percorso di vita privata e professionale, vuole ospitare i più giovani nel suo studio a Trastevere. 

Una nuova fase della vita traslata nella sua ultima mostra con la quale Daniela “ritorna nella capitale rivelandosi attraverso la tematizzazione di una nuova sensibilità, rappresentando il bello con l’emozione della gestualità di un segno pittorico più leggero, immediato tanto da far assumere alle sue opere un’attualità e un significato nuovi: non più l’afflizione di una vita, ma la sua rinascita”.

Frutto del progetto con-tempo project#1, nato in collaborazione con Roberta Melasecca, il primo appuntamento vede la mia presentazione del lavoro fotografico di Maria Vittoria Pecchioli dal titolo “IntraPónte”: un’installazione di tredici polaroid che ritraggono il Ponte Cestio, fotografato da Ponte Garibaldi.

Un incontro casuale, quello tra me e Maria Vittoria, che è coinciso in un momento in cui stavamo reclutando artisti da invitare per un’esposizione personale nello studio e lei aveva già prodotto un lavoro fotografico realizzato nel quartiere. 

Una felice connessione ma nello stesso tempo una contrapposizione: lo studio della Perego confina con le mura del carcere di Regina Coeli diversamente, il lavoro della Pecchioli, è frutto di una felice scoperta di una giovane piena di speranze che guarda al futuro con occhi meravigliati e pensieri sognanti. “IntraPónte” nasce da una commissione per una collettiva nel Museo di Roma in Trastevere, per la quale è stato chiesto di esporre una documentazione sul Rione.

Trastevere è un punto di rinascita, un quartiere dove s’incontra sempre gente nuova e che rappresenta al meglio la vita notturna di Roma. Agli occhi dei turisti e dei romani è un luogo magico: sei in centro ma è come se entrassi in una dimensione più intima, fuori dal caos cittadino. 

Maria Vittoria, originaria di Spoleto, ha incontrato il fascino del Rione per caso. 

E sempre per caso, dopo aver fotografato un pezzo alla volta il Ponte Cestio, in giorni diversi ma sempre nella stessa fascia oraria, si è imbattuta in un’intervista di Alberto Sordi sulla sua amata Trastevere. “Alberto Sordi è un personaggio che incontri, che ami” dichiara Maria Vittoria. Ed è con una casuale associazione tra questi due fattori che si è sentita libera di esprimere la parte più autentica del suo essere, favorita dalla sua tecnica artistica che la vede impegnata a presentare lavori sperimentali, concettuali: usa la fotografia come mezzo espressivo sul quale interviene con elaborazioni digitali, collage o inserimenti manuali.

IntraPónte èun salto, dal mondo reale a quello immaginario. Al di là del ponte c’è un mondo sospeso, dove il tempo non sembra trascorrere. Un posto storico ed eternamente contemporaneo, il cuore di Roma: Trastevere. Magico ed etereo, è un quartiere amato da tutti: Romani, turisti, passanti. Tutti hanno attraversato il ponte, il Tevere, per andare al di là e immergersi e perdersi in un labirinto spirituale che permette di ritrovarsi, perdendosi. Una visione del ponte Cestio dal Ponte Garibaldi, una traversata che permette di entrare nel magico mondo di Trastevere camminando sopra l’isola Tiberina. Un ponte sul quale sono passati centinaia di migliaia di persone ogni giorno, consapevoli di trovarsi magicamente catapultati in una realtà fantastica. Tredici polaroid ricostruiscono centimetro dopo centimetro il fatato ponte, ognuna di esse ha la possibilità di essere visionata singolarmente e accostata alle altre si potrà ricostruire un puzzle visivo totale, tassello dopo tassello. Una polaroid aggiunge qualcosa alla successiva ma togliendola non sottrae nulla. Scritte in rosso parole di Alberto Sordi, nativo di Trastevere; per ogni polaroid una lettera che affiancata alla successiva compone R.Tredicesimo. Rione tredicesimo” (M.V.Pecchioli).

Si entra nello studio, ci si affaccia alla finestra interna che dà su un lato del carcere: la caratteristica di un luogo la cui architettura è simbolo di oppressione, di scomode verità e storie difficili da raccontare. Ci si volta e ci si imbatte nella visione di un’installazione che ci proietta in uno stato di leggerezza, libertà, immaginazione, arte. 

Benvenuta Maria Vittoria Pecchioli e grazie a Daniela Perego per la sua ospitalità!